di Renato Aiello

 

Molti all’estero si sono sempre chiesti cosa significasse tiramisù in inglese: “pick me up” or “cheer me up”, frasi che non possiedono il fascino e la suggestione golosa che questa crezione culinaria tutta italiana sa trasmettere da decenni.

La ricetta del tiramisù non è presente nei libri di cucina precedenti gli anni sessanta del XX secolo. Ciò consente di supporre che il tiramisù, come lo si conosce ora, sia un’invenzione recente, contesa da sempre nel Nord Italia tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Elemento ulteriore è la mancata identificazione del dolce nelle enciclopedie e dizionari degli anni settanta e ottanta. Il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti fa risalire, infatti, la prima menzione del nome al 1980, anno di nascita di questo gioiello dolciario.

Nella tradizione pasticcera il tiramisù presenta delle similitudini con alcuni dolci, in particolare con la Charlotte, composta da una crema bavarese circondata da una corona di savoiardi e ricoperta da una guarnitura. Ma anche con la zuppa inglese, composta da strati di savoiardi inzuppati nell’alchermes e/o nel rosolio e farciti dalla crema pasticcera, nonché col dolce Torino, composto da savoiardi bagnati nell’alchermes e nel rosolio inframmezzati da un composto a base di burro, tuorli di uovo, zucchero, latte e cioccolato fondente. Ma soprattutto con la Bavarese Lombarda, con la quale presenta affinità nella preparazione e nella presenza di alcuni ingredienti come i savoiardi e i tuorli d’uovo (assodati e non crudi in quest’ultima). Nella bavarese vengono utilizzati anche il burro ed il rosolio (o alchermes), ma non il mascarpone e il caffè, tipici di questo semifreddo.

In occasione del “giorno europeo 2006” il tiramisù, dolce veneto orgoglio del Made in Italy, venne scelto per rappresentare l’Italia nell’iniziativa Sweet Europe. Il 17 gennaio 2013 il tiramisù è stato poi dichiarato piatto ufficiale della VI Giornata Internazionale della Cucina Italiana a New York.

Qualche anno fa Alberto Angela, che è stato insignito da pochi anni della cittadinanza onoraria di Napoli, confessò alla giornalista di Io Donna una predilezione tutta particolare per questo dolce: “Ho una debolezza: il tiramisù. Casalingo o di pasticceria, non manca mai”. Come nelle tavole di ogni italiano che si rispetti, del resto!

Renato Aiello Napoletano, classe ’87, giornalista pubblicista dal 2009 – e pubblicato dal 2001 -, studi in comunicazione di massa e cinema, fotoamatore, videomaker, ha iniziato col piccolo house organ del Cardarelli "Il Giornale di Ortika" di Gaetano Coppola tra il 2001 e il 2006 (prima recensione a 13 anni) e ha poi scritto nel corso degli anni per il quotidiano "Roma" dal 2006 al 2010, diretto da Antonio Sasso, per "Dancing Post" nel 2015, diretto da Laura Valente e per il magazine online "MCT" tra 2015 e 2016, diretto dal professor Arturo Lando, del Master in Cinema e Televisione dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Attualmente scrive da free-lance per diversi siti e magazine di cultura e spettacolo, tra cui "Enneti NT - Notizie Teatrali" di Angela Matassa del Mattino di Napoli dal 2014, e cura uffici stampa. Ha preso parte dal 2014 al 2018 ai workshop e alle giurie del Social World Film Festival di Vico Equense, realizzando album fotografici e video per contest relativi all’evento cinematografico. Nel 2016 partecipa a un progetto internazionale di scambio culturale con il CCA di San Francisco, il California College of Arts, producendo clip e foto dei grattacieli del Centro Direzionale di Napoli, proiettati successivamente in una collettiva della stessa accademia californiana. Sempre nel 2016 fa da curatore per una mostra fotografica allo Slash di via Bellini sull’ex carcere minorile Filangieri, inaugurando una piccola rassegna chiamata “Animus Neapolis”. Aderisce a diverse mostre collettive tra il 2016 e il 2018, tra cui “L’Arte in Vetrina” (con la menzione speciale del gallerista Piero Renna, direttore del P.R.A.C, per una sua fotografia del primo anniversario degli attacchi al Bataclan), l’esposizione dei 150 artisti di SOSPartenope (al Castel dell’Ovo e alla Basilica di San Giovanni Maggiore), e per quattro volte al Museo del Tesoro di San Gennaro su invito del Club per l’Unesco di Napoli: con una foto del mural di San Gennaro all’ingresso di Forcella e del busto del Santo nel cortile della Cappella, una fotografia di denuncia sulla plastica nei mari e due fotografie delle sculture di Igor Mitoraj a Pompei. Filmmaker, nel 2015 realizza per la Protomgroup un video sul primo software di Fisica in Italia per le LIM nelle scuole superiori (Scuolab – WALL-T), mentre nel 2016 pensa, produce e dirige un video musicale per il Social World Film Festival di Vico, con un montaggio ritmato sulle musiche di apertura della serie tv “Il Trono di Spade”, immaginando i luoghi della kermesse come i sette regni della saga. La sua prima personale ha riguardato il primo anniversario delle stragi del Bataclan a Parigi, mostra tenutasi a ottobre 2018 nel Complesso monumentale di San Severo al Pendino. Ha rappresenta l’ufficio stampa e la comunicazione di questa pasticceria ai Quartieri Spagnoli per 3 anni e mezzo dal 2018 al 2021 e di una trattoria al centro storico di Napoli. Ha un sito web dedicato al food, agli eventi enogastronomici e al mangiar bene, Mangiamed, nato da un progetto scolastico del 2014-2015 presso l’istituto Alberghiero Vittorio Veneto di Scampia, con cui collaborò, e che approdò a Expo Milano 2015.

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